Osteopatia e Asma

Osteopatia e Asma

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L’asma è una malattia recidivante cronica dell’apparato respiratorio, che porta a ostruzione bronchiale episodica e reversibile.

Il paziente asmatico presenta una maggiore irritabilità delle vie aeree, che provoca uno spasmo della muscolatura liscia dei bronchi. Inoltre l’infiammazione porta a congestione vascolare, edema e produzione eccessiva di muco; tutti elementi che riducono ulteriormente il diametro delle vie aeree.

COSA SENTE IL PAZIENTE DURANTE UN ATTACCO ACUTO?

  • Respiro sibilante
  • Senso di costrizione al petto
  • Difficoltà a respirare (dispnea)
  • Tosse secca e insistente

QUALI SONO I FATTORI SCATENANTI?

  • L’ambiente:
    1. Il clima (un rapido cambiamento di temperatura o umidità)
    2. Inquinamento dell’aria
  • Il lavoro:
    1. Polveri
    2. Sostanze chimiche
  • Il fumo
  • I peli degli animali domestici
  • Lo stress emotivo

COME PUO’ AIUTARE L’OSTEOPATIA?

I pazienti asmatici spesso usano eccessivamente i muscoli del collo e delle spalle, tanto da renderli ipertonici e meno elastici. Questa aumentata rigidità muscolare limita a sua volta i movimenti del torace, aggravando la situazione.
Nel tempo l’espansione della cassa toracica diminuisce e di conseguenza la respirazione tende a diventare superficiale e concentrata nella parte superiore del torace a livello clavicolare.  Questo provoca un ulteriore ipertono muscolare e si instaura un circolo vizioso, che va a peggiorare i sintomi dell’asma.

L’osteopata lavora su diversi livelli per migliorare la respirazione del paziente asmatico.

  • Il trattamento osteopatico è volto prima di tutto a migliorare la mobilità toracica, che permette una respirazione funzionale e più efficace. Quindi va a lavorare sulla biomeccanica della respirazione: costole, vertebre toraciche, sterno, articolazioni e muscoli a loro connessi.
  • Un ruolo fondamentale è dato da quelle strutture del Sistema Nervoso Autonomo che sono strettamente correlate alla respirazione. L’osteopata andrà a lavorare sul sistema ortosimpatico, in particolare sulla catena gangliare tra la quarta e la sesta vertebra toracica e sulla componente parasimatica, data dal nervo vago.
  • Il diaframma, muscolo che riveste notevole importanza nell’asma, è innervato dal nervo frenico, che origina dalle vertebre cervicali (C3-C5), per cui dovrà essere affrontata qualsiasi disfunzione somatica in questa zona.
  • Il mediastino, lo spazio compreso tra i due polmoni, deve essere trattato per decongestionare il torace e permettere una migliore circolazione linfatica e sanguigna.
  • Poiché l’osteopatia è una medicina che riconosce la stretta correlazione tra struttura e funzione, il trattamento andrà a valutare in base alla storia clinica del paziente, se ci sono altre aree del corpo che influenzano la mobilità toracica, come cicatrici, patologie e traumi pregressi.

L’obiettivo è quello di ridurre gli attacchi acuti d’asma e di conseguenza gestire meglio i farmaci, migliorando la qualità di vita del paziente.

L’osteopatia NON sostituisce il trattamento convenzionale farmacologico. Gli osteopati riconoscono il ruolo importante dei farmaci antinfiammatori e broncodilatatori nel trattamento dell’asma, specialmente negli attacchi acuti! L’osteopata lavora in collaborazione con i medici con l’obiettivo a lungo termine di ridurre la dipendenza del paziente dai farmaci.

Dott.ssa Silvia De Nardi

Fisioterapista e Osteopata

L’importanza del Respiro

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“Ricordatevi di respirare. Dopotutto è il segreto della vita”

Gregory Maguire

La respirazione è un atto fondamentale per la nostra vita, eppure la maggior parte di noi ne ignora il potere benefico.

Il respiro permette al corpo uno scambio di gas: introduce ossigeno ed espelle anidride carbonica.

L’ossigeno, introdotto dalle vie respiratorie, viene trasportato con il sangue in tutto il corpo e assicura il funzionamento delle nostre cellule, producendo energia (ATP).

I MUSCOLI DELLA RESPIRAZIONE

Sono numerosi i muscoli coinvolti nell’atto respiratorio, ma il più importante è senza dubbio il diaframma.

Il diaframma è un muscolo a sezione trasversale e dalla forma a cupola, che tramite la sua contrazione permette l’ingresso d’aria nei polmoni. Ha inserzioni sia sulle coste che sul tratto lombare, tramite i pilastri del diaframma, ed è innervato dal nervo frenico, che origina dalle radici spinali a livello cervicale (C3-C4-C5). Oltre ad avere queste connessioni con la colonna vertebrale, è attraversato dall’aorta, dalla vena cava e dall’esofago, è in relazione con il cuore, poggia sul fegato a destra e sullo stomaco e la milza a sinistra.

Il diaframma è aiutato anche da altri muscoli, detti secondari, che si attivano soprattutto in condizioni di fatica e di stress. Gli scaleni, lo sternocleidomastoideo, gli intercostali esterni, il piccolo pettorale sono attivati nell’inspirazione forzata, mentre gli intercostali interni, gli addominali obliqui e il quadrato dei lombi intervengono nell’espirazione forzata. Alcuni di questi muscoli hanno inserzione sulla colonna cervicale, altri sul complesso della spalla e altri ancora sulla colonna lombare e il bacino.

Considerato il loro coinvolgimento nell’atto respiratorio, si può dedurre come tensioni a carico di questi muscoli possano influenzare negativamente la corretta funzionalità respiratoria.

I DIVERSI TIPI DI RESPIRAZIONE

L’ampiezza, la durata e il ritmo del respiro dipendono dalle richieste di energia del nostro corpo in base alle attività che svolgiamo.

Nelle attività in cui viene richiesto uno sforzo fisico, come ad esempio la corsa, il nostro corpo ha bisogno di notevoli quantità di ossigeno, per cui mobilita tutti i muscoli della respirazione per poter ampliare al massimo la gabbia toracica e permettere così un maggiore scambio di gas. Anche durante un evento stressante vengono attivati i muscoli secondari della respirazione: l’obiettivo è di rimanere concentrati, pronti all’attacco o alla fuga, quindi il respiro diventa più rapido, il cuore aumenta il ritmo e diminuisce la peristalsi intestinale. In questo caso si parla di Respirazione toracica.

In condizioni di respirazione basale, quando l’organismo è calmo, tranquillo, rilassato, viene invece attivata la Respirazione diaframmatica, che permette una circolazione più lenta e favorisce i processi digestivi di stomaco e intestino.

Quando siamo sottoposti per lungo tempo a continui eventi stressanti, il nostro corpo può perdere la capacità di passare dalla respirazione toracica a quella diaframmatica, rimanendo intrappolati in un tipo di respirazione dannoso per il benessere del nostro organismo. Ecco perché è così importante riuscire ad utilizzare correttamente il diaframma.

OSTEOPATIA E RESPIRAZIONE

L’osteopata valuta sempre il diaframma e tratta le disfunzioni corporee che non permettono un buon funzionamento di questo muscolo. Infatti, se gli stati emotivi influenzano il respiro, è vero anche che una buona struttura corporea può facilitare la corretta respirazione e di conseguenza l’organismo riesce a gestire meglio lo stress.

Anche il paziente può aiutare nel miglioramento della funzionalità del diaframma tramite dei semplici esercizi da svolgere tranquillamente a casa.

Ora ti insegno quindi un facile esercizio per prendere consapevolezza del tuo diaframma.

COME ATTIVARE IL DIAFRAMMA

Sdraiati supino su un tappetino con le mani appoggiate sull’addome. Puoi tenere le gambe piegate o distese, l’importante è che tu ti senta comodo nella posizione che hai scelto.

1- Inspira lentamente l’aria dal naso e con le mani senti che l’addome si gonfia come un palloncino.

2- Espira lentamente l’aria dalla bocca e senti che l’addome si sgonfia, si abbassa.

Ripeti più volte questo tipo di respiro. Quando hai una buona percezione dell’addome che sale nell’inspiro e scende nell’espiro, concentrati sulla durata della respirazione.

Inspira dal naso contando lentamente e in silenzio fino a 5. Fermati un momento. Poi espira contando con calma fino a 7. Continua a contare fino a quando ti senti sicuro e padrone del tuo respiro.

Prosegui l’esercizio per almeno un minuto.

Ascolta il tuo corpo.

Ascolta il tuo respiro.

 

Osteopatia e Reflusso

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COS’E’?

Il reflusso gastro-esofageo è una patologia molto comune caratterizzata dalla risalita involontaria di materiale gastrico lungo l’esofago e talvolta fino alla gola.

Le manifestazioni tipiche sono il bruciore retrosternale e il rigurgito, tuttavia si possono riscontrare numerosi altri sintomi quali la tosse cronica, l’asma, la faringite e il dolore al petto.

Ci sono dei fattori di rischio che conducono allo sviluppo della patologia, ad esempio una componente ereditaria, il sovrappeso, il fumo, l’alcool, la gravidanza e lo stress.

Alcune persone non si rendono conto di avere questa problematica e confondono la tosse, la difficoltà di deglutizione o la sensazione di acidità in bocca, con delle affezioni respiratorie o dentarie. Altre persone invece ne soffrono a livelli tali da compromettere la loro quotidianità, con inevitabili cambiamenti della qualità dell’alimentazione e del sonno.

TERAPIE CONVENZIONALI

Le terapie convenzionali che intervengono su questa patologia sono di tipo farmacologico, tuttavia la comunità scientifica riconosce l’importanza di un corretto stile di vita per migliorare i sintomi. Ad esempio è utile diminuire il consumo di alcool, non fumare, dormire sul fianco sinistro con la testa ben sostenuta da uno o due cuscini ed evitare di assumere elevate quantità di cibo due ore prima di andare a letto, soprattutto per chi presenta sintomi notturni. Inoltre è consigliabile eliminare quei cibi e bevande (spezie, agrumi, grassi, cibi contenenti caffeina, bevande gassose…) che stimolano il reflusso.

COSA FA L’OSTEOPATA?

Gli ultimi studi scientifici (Eherer A.J. et al, 2012; Casale et al., 2016) rivelano l’importanza di una buona funzionalità del diaframma per migliorare la gestione del reflusso. Il diaframma è un muscolo a forma di cupola, che separa la cavità toracica da quella addominale e collega l’esofago allo stomaco, tramite lo iato esofageo. A causa della stretta correlazione anatomica, se questo muscolo va in tensione, l’esofago e lo stomaco non riescono a muoversi correttamente, provocando i sintomi del reflusso.

In questo ambito la Medicina Osteopatica è un’efficace soluzione, per riequilibrare in modo funzionale il diaframma e permettere quindi la diminuzione della sintomatologia.

L’osteopata, tramite un’attenta analisi anamnestica e un accurato esame obiettivo, rileva quegli ostacoli che possono influire negativamente sull’elasticità del diaframma. Le disfunzioni riscontrate vengono trattate, applicando delle forze correttive, per ridurre le restrizioni e restituire la mobilità ai tessuti, al fine di permettere all’organismo di trovare un proprio equilibrio e benessere.

Dr.ssa Silvia De Nardi
Fisioterapista e Osteopata